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I fiori della Versilia appesi a un filo per l’aumento delle materie prime. Allarme Coldiretti

Il futuro del florovivaismo della Versilia, punto di riferimento nazionale per la produzione del fiore reciso e del fiore in vaso con 200 aziende specializzate, 2mila addetti tra diretti ed indiretti, 150 milioni di fatturato tra produzione e trasformazione, è appeso ad un filo. ‘Un filo sempre sottile e sempre più condizionato dall’andamento dei costi delle materie prime che rischiano di spegnere per sempre alcune delle produzioni tipiche del territorio come il ciclamino, il lilium, il ranuncolo e la stessa stella di Natale’. A lanciare l’allarme Coldiretti Lucca e Affi, Associazione dei fioristi e floricoltori italiani. Spiega Coldiretti Lucca col presidente Andrea Elmi “Il margine di utile netto, indispensabile per tenere in piedi un’azienda, si sta avviando al galoppo verso lo zero. Questo significa che l’aumento dei costi delle materie prime si sta lentamente divorando il futuro della nostra agricoltura malgrado gli sforzi e gli investimenti strutturali per riadattare colture e produzioni in chiave sempre più sostenibile, biologica ed innovativa. Il 2022 ci preoccupa molto e preoccupa un comparto che per la Versilia e la piana di Lucca è strategico da punto di vista dell’occupazione, del fatturato e della presenza”.

Illustra Cristiano Genovali, presidente di Affi “Molte aziende florovivaistiche si sono già orientate verso produzioni meno energivore tenendo spenti, o utilizzando solo marginalmente, i riscaldamenti nelle serre che per alcune produzioni invernali sono indispensabili. Alcune produzioni in serra, come la Stella di Natale necessitano di temperature fra i 15 ed i 20 gradi per crescere e per evitare lo svilupparsi di malattie. Più aumentano i costi per riscaldare le serre e più il margine economico di sopravvivenza si assottiglia”. Quinsi “In questo ultimo decennio alcune produzioni sono quasi sparite, una su tutte la rosa, a causa dell’insostenibile peso dei costi di produzione e della forte concorrenza straniera, altre invece sono diventate marginali e chi resiste lo fa per non perdere quote di mercato che si è faticosamente conquistato. I costi fissi sono tutti aumentati a dismisura e di questo passo, nel 2022, non saranno più gestibili. Arriveremo nei prossimi mesi al pareggio tra costi ed utili con conseguenze molto pesanti per tutto il territorio”.

© Riproduzione riservata

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