Bonus facciate, falsi crediti a Lucca. Tre indagati per truffa ai danni dello Stato.
La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Lucca hanno segnalato e proposto all’Agenzia delle Entrate la sospensione delle deleghe di pagamento (modelli F24 per il pagamento di tributi e contributi), contenenti compensazioni con crediti d’imposta inesistenti per oltre mezzo milione di euro.
In particolare, l’attività trae origine da una verifica fiscale avviata dagli specialisti del locale Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria nei confronti di una società a responsabilità limitata, con sede nella provincia di Lucca, operante nel settore delle costruzioni e delle ristrutturazioni edilizie.
I successivi accertamenti eseguiti, illustra GdF, hanno confermato i sospetti di frode e, nello specifico, il coinvolgimento di tre soggetti in un contesto strutturato di illeciti, che ha visto come protagonista una società lucchese (che nel frattempo aveva trasferito solo cartolarmente la propria sede a Bologna), indiziata del reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti.
“Cosicché, informata, al riguardo, la Procura della Repubblica di Lucca, il pubblico ministero titolare del fascicolo processuale ha delegato, immediatamente, le Fiamme Gialle ad effettuare ulteriori approfondimenti, che hanno consentito di acclarare che la predetta società, nel mese di dicembre 2021, emetteva n. 23 fatture elettroniche nei confronti di cessionari/committenti non titolari di partita I.V.A. In seguito delle quali, in ragione dell’opzione della cessione del credito prevista dal legislatore, maturava un credito per complessivi 552.844 euro.
Inoltre, nel corso della verifica sul bonus facciate sono state accertate numerose altre inadempienze in capo alla srl, tra cui l’omessa presentazione delle dichiarazioni Iva per gli anni 2019 e 2021, con un’evasione di imposta di oltre euro 1.800.000 e l’occultamento/distruzione delle scritture contabili.
Al termine delle complessive attività d’indagine, ai tre legali rappresentanti che succeduti negli anni nella gestione della stessa società (nel frattempo posta in liquidazione giudiziale a seguito di istanza presentata da uno dei tanti creditori), contestate, complessivamente, le ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Bancarotta fraudolenta. Omessa presentazione della dichiarazione annuale e distruzione/occultamento delle scritture contabili.
A Prato sequestrati dalla Guardia di Finanza 68 pc senza licenza in un Internet Point. Con riferimento al potenziamento dei servizi di controllo e contrasto del gioco illegale e irregolare nell’ambito del distretto industriale pratese disposto dal Comando Regionale Toscana e in seguito delle direttive operative emanate dal Comando Provinciale di Prato, il Gruppo di Prato ha avviato un controllo congiunto con funzionari dell’Agenzia dei Monopoli di Stato, Ufficio territoriale di Firenze e personale della SOGEI S.p.A. nei confronti di un locale situato nella zona del Macrolotto. Formalmente registrato quale internet-point, ma di fatto allestito come sala per il gaming online.
I finanzieri, illustra GdF, hanno constatato l’utilizzo di 65 postazioni di pc, tutte collegate a note piattaforme online di giochi di ruolo e con l’ausilio dei tecnici di Sogei hanno svolto più mirati accertamenti dai quali è emerso che tutti i pc presenti all’interno del locale riportavano il medesimo devicecode e lo stesso numero di licenza Microsoft per ogni Sistema Operativo installato.
Inoltre, su tutti i dispositivi risultava installato un applicativo appositamente realizzato per bypassare i controlli di genuinità della licenza operati in automatico da Microsoft al momento della connessione ad Internet.
Complessivamente, nell’ambito degli interventi a contrasto del gioco illecito e delle bische clandestine eseguiti negli ultimi mesi nel distretto industriale di Prato, sequestrati 90 apparecchi non conformi alla normativa vigente, circa 350.000 euro in contanti e comminate sanzioni per un totale di 300.000 euro.
A Livorno proseguono le attività di polizia economico-finanziaria da parte di tutte le Fiamme Gialle della provincia, coordinate dal Comando Provinciale Livorno, per prevenire e contrastare violazioni, questa volta, nel settore dei giochi e della tutela dei minori.
In seguito a segnalazioni di alcune mamme che lamentavano come ai loro figli minorenni venisse concesso, da alcuni punti scommesse, di effettuare giocate e spendere quindi così la paghetta, è stata chiusa una attività (da un minimo di dieci a un massimo di 30 giorni). Una pattuglia di finanzieri ha individuato un minore che, appena uscito dall’attività, aveva in mano la ricevuta di una giocata da lui appena fatta, per una partita del campionato di calcio. La prosecuzione del controllo all’interno ha confermato il comportamento irregolare da parte del punto scommesse, visto che è assolutamente vietato far giocare i minori di anni 18.
Multa amministrativa di oltre 6mila euro, nonché la sanzione accessoria della chiusura dell’attività da un minimo di 10 ad un massimo di 30 giorni.