(Adnkronos) – Affaire Unicredit su Commerz. La coalizione Cdu-Csu, guidata da Friedrich Merz, vince le elezioni in Germania. L'ultradestra prende i voti ma non sfonda, i mercati tirano un sospiro di sollievo ma la situazione per Piazza Gae Aulenti rimane in salita. La politica tedesca si oppone a un'aggregazione e il cancelliere in pectore Merz è uno degli esponenti più duri nel mantra del 'non s'ha da fare'. Che succede adesso? Piazza Gae Aulenti è al 28% della seconda banca tedesca: rimarrà un semplice "investimento finanziario" o qualcosa di più? Il matrimonio si farà? Ne parla all'Adnkronos l'economista della Bocconi Michele Calcaterra.
Partiamo da Merz che non ha mai visto di buon occhio questa operazione: l'ha definita – testuali parole – "estremamente ostile".
"Questo è vero, è un dato di fatto. Ma non lo vedo come un impedimento assoluto"
Cioè?
"Non che la strada fosse spianata prima: ovviamente è un'operazione che ha delle complessità istituzionali molto importanti. Io penso che nella prospettiva di quelle che sono le tradizioni del mercato di quotazione tedesco, sarà il mercato ad avere l'ultima parola".
Si tratta comunque di un ostacolo
"Certamente si tratta di un ostacolo burocratico che deve essere affrontato, ma che non impedisce un'operazione che il mercato poi autonomamente valuterà nelle sue fasi conclusive".
Il grosso spauracchio era la vittoria dell'ultradestra di Alternative für Deutschland
"Esatto. Anche in questa ipotesi non sarebbe stato comunque un impedimento né definitivo né insormontabile: ma comunque più importante. Con la vittoria di Merz manterrei un cauto ottimismo nelle prospettive".
Anche perché – dicevamo – la tradizione tedesca privilegia il mercato come giudice di ultima istanza
"Se noi guardiamo la storia delle operazioni cross-border che hanno caratterizzato il mercato di quotazione tedesco, sicuramente le indicazioni della politica hanno avuto un ruolo ma il mercato si è sempre mosso in maniera molto autonoma".
A quali operazioni fa riferimento?
"Ho in mente soprattutto operazioni di ambito industriale, nel comparto della chimica e della farmaceutica".
Orcel parla, a proposito di Commerz, di operazione finanziaria. Come lo vede il rapporto con l'Ops su Banco Bpm?
"Io non le vedo come operazioni alternative ma successive".
A proposito di Banco Bpm, vede possibile un rilancio di Unicredit?
"Essendo un'operazione strategica, potrebbe essere anche corredata da una correzione del prezzo".
E' più probabile un rilancio misto cash-azioni (modello Intesa Sp su Ubi Banca) o in carta?
"Tendenzialmente vedrei il rilancio sempre in carta: in ultima istanza non è detto che Orcel non attinga alle risorse finanziarie che comunque la banca ha".
Ma queste risorse finanziarie ci sono?
Bilancisticamente parlando, guardando cioè i flussi, certamente sì".
Andiamo in Russia, Unicredit ha alcune esposizioni. Orcel dice che "la pace in Ucraina potrebbe accelerare l'uscita, ma solo a prezzo giusto".
"Unicredit non è presente solo in Russia ma anche nei mercati balcanici, sicuramente il fatto che ci possa essere una prospettiva di distensione in quel mercato potrebbe portare a rafforzare il presidio strategico di quei territori".
Verso l'est?
Sì, verso l'est. (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Unicredit-Commerz, economista Bocconi: “Vittoria Merz? Ottimista, deciderà il mercato”
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