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Commercio, Castagno (Orrick): “Trump sospende Fcpa ma l’Europa alzerà il muro, ecco come”

(Adnkronos) – Lotta alla corruzione internazionale. La decisione di Donald Trump di sospendere temporaneamente il Foreign Corrupt Practices Act (Fcpa) segna un drastico cambio di rotta. Con un colpo di penna, il presidente Usa intende congelare indagini in corso e bloccare nuove azioni legali contro le aziende statunitensi accusate di pagare tangenti all’estero. L’obiettivo? Rendere le imprese americane più competitive, anche a scapito della trasparenza e della legalità. La mossa? Rischia di scatenare un dumping normativo globale e una dura reazione dell’Unione Europea, che potrebbe intensificare i controlli, obiettivo evitare uno squilibrio nel mercato. Ne parla all'Adnkronos Jean Paule Castagno, partner di Orrick. 
Partiamo dalle basi: Trump ha sospeso temporaneamente l’Fcpa. Che cosa prevedeva la normativa?
 "Il Foreign Corrupt Practices Act (Fcpa) è stata la prima normativa globale contro la corruzione internazionale, che ha introdotto sanzioni penali per coloro i quali corrompono, in via diretta o indiretta, pubblici ufficiali stranieri. Tale divieto trova applicazione nei confronti delle società di capitali, anche straniere, aventi titoli negoziati sul mercato statunitense, delle persone fisiche e giuridiche americane e non qualora le condotte corruttive abbiano una connessione con gli Stati Uniti. Il divieto riguarda tutti coloro i quali agiscono per conto di tali soggetti, come agenti o intermediari, che giocano un ruolo chiave nell’attuazione di politiche commerciali transnazionali.  
Quali comportamenti vieta?
 "Oltre a proibire il pagamento o la promessa di denaro o altri benefici a funzionari pubblici stranieri per ottenere vantaggi commerciali, il Fcpa ha imposto rigorosi obblighi in materia di tenuta della contabilità, così prevenendo l'uso di fondi illeciti per celare attività corruttive". 
Perché Trump ha sospeso la normativa?
 "L’Executive Order firmato dal Presidente Trump, il 10 febbraio 2025, ha sospeso l’applicazione del Fcpa per almeno 180 giorni, bloccando nuove indagini e imponendo una revisione di quelle in corso. Tale sospensione è funzionale alla predisposizione di nuove linee guida che consentano di contenere l’applicazione dell’Fcpa e così aumentare la competitività internazionale delle imprese statunitensi a discapito delle strategie di contrasto alla corruzione a livello globale. 
Corruzione e concussione: la normativa può determinare il rischio di un dumping normativo nelle transazioni commerciali internazionali?
 "La decisione di sospendere il Fcpa rappresenta una inversione di rotta: la lotta alla corruzione, cessa di essere percepita come una garanzia di trasparenza e integrità nelle transazioni commerciali internazionali e di tutela della concorrenza leale, per essere considerata un ostacolo alla competitività economica delle imprese statunitensi. L’Executive Order impedisce, infatti, al Procuratore Generale di avviare nuove indagini per violazioni del FCPA e impone una revisione dei procedimenti in corso. Questo comporta che, salvo eccezioni approvate, caso per caso, dall’Attorney General, i pagamenti corruttivi a pubblici ufficiali stranieri non sono più sanzionati dall’ordinamento americano. Ben potendo le aziende statunitensi ottenere un vantaggio competitivo rispetto a quelle di Paesi nei quali la lotta alla corruzione rimane una priorità". 
Quindi?
 "Se è vero che il provvedimento statunitense potrebbe determinare un effetto domino, causando un dumping normativo qualora altri Paesi ritenessero di adottare un approccio più lasco nella lotta alla corruzione, è altrettanto vero che tale scelta potrebbe indurre altre Autorità Nazionali ad adottare un approccio ancor più restrittivo ponendo in essere controlli sempre più pervasivi". 
Quali reazioni possiamo aspettarci dai Paesi Europei?
 Nell’ambito dell’agenda delle Istituzioni Europee il contrasto alla corruzione rimane una priorità, come dimostrato dalla recente Proposta di Direttiva sulla lotta contro la corruzione o dal costante impegno della Commissione Europea al contrasto di tali fenomeni. Non sorprenderebbe qualora le Autorità Europee intensificassero, dunque, la propria azione aumentando le attività ispettive e di indagine anche al fine di mitigare lo squilibrio competitivo determinato dalla sospensione del Fcpa". 
C'è una Procura europea
 "La Procura europea, operativa dal 1° giugno 2021– come già ha avuto modo di dimostrare – è incaricata di individuare, perseguire e rinviare a giudizio i presunti autori di reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione Europea, tra i quali la corruzione. La Procura opera sinergicamente con altre agenzie europee, anche in attuazione di specifici protocolli di intesa, siglati con Eurojust, che ha un ruolo di coordinamento delle indagini transazionali e Olaf, vero e proprio ufficio investigativo che svolge indagini amministrative relative a condotte che minacciano i fondi europei. Fondamentale nello svolgimento di indagini particolarmente complesse è, inoltre, il contributo di Europol. Il contrasto alla corruzione transazionale non può inoltre prescindere dal riscorso a strumenti di cooperazione giudiziaria che coinvolgono anche le Autorità dei Singoli Stati Membri quali il mandato di arresto europeo e l’ordine europeo di indagine, i quali troveranno una applicazione sempre più frequente". 
Cosa cambia per le società americane che operano sul territorio europeo?
 "Nonostante la sospensione dell’Fcpa, le aziende che operano su scala internazionale non potranno abbassare la guardia sul fronte della compliance. Le società americane che operano sul territorio europeo saranno ancor più nel mirino delle autorità dei singoli Stati Membri con un sensibile incremento del rischio di un coinvolgimento nell’ambito di procedimenti penali.  
E per quelle italiane che operano negli Stati Uniti?
 "Le società italiane ed europee che operano negli Stati Uniti, continueranno a dover rispettare i più elevati standard di compliance imposti dalla normativa europea al fine di mitigare il rischio di una risalita di responsabilità nei confronti delle Capogruppo".  
In che modo?
 "Non possiamo non ricordare come, da un alto, la Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd) imponga obblighi di rendicontazione anche relativi ad aspetti i di governance ed etici, tra i quali le strategie di prevenzione del rischio-corruzione; dall’altro lato, la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (Csdd) imponga controlli rigorosi sulla supply chain, imponendo alle imprese una adeguata due diligence dalle terze parti, anche per ciò che concerne le misure di prevenzione adottate a presidio del rischio di corruzione. Inoltre, l’implementazione da parte di tutti gli Stati Membri della Direttiva Whistleblowing incentiverà i whistleblowers a segnalare condotte anche di natura corruttiva sia all’interno delle imprese – così determinando un aumento di indagini interne – sia esternamente alle Autorità locali. E non è un caso che in Italia l'Autorità competente per le segnalazioni esterne sia proprio l'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac)". 
Non ci sarà un liberi tutti quindi
 "Nonostante Oltreoceano il contesto sia mutato, al fine di preservare la propria competitività sul mercato e mitigare i rischi legali e reputazionali, tutte le imprese che operano a livello transazionale non potranno abbassare la guardia e dovranno continuare adeguati sistemi di compliance anticorruzione". (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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