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Banche, volano le azioni in Borsa ma il risiko non è la sola spiegazione

(Adnkronos) – Le azioni delle Banche coinvolte nelle Ops volano in Borsa. Secondo diversi analisti contattati da Adnkronos, Unicredit, Banco Bpm e anche Popolare di Sondrio sono cresciute a doppia cifra negli ultimi due anni, in alcuni casi anche del 100%. "Ma non è solo risiko", avverte all'Adnkronos Gabriel Debach, market analyst di eToro: "È un mix potente di fattori che oggi sta spingendo in alto tutto il comparto bancario europeo, ben oltre i confini delle operazioni straordinarie che coinvolgono le italiane". 
Non è solo risiko, la chiave Bce
 Da un lato, la discesa dello spread sul Btp sta ridando fiato alle banche domestiche. Dall’altro, l’economia dell’Eurozona si sta dimostrando più resiliente del previsto, alimentando l’idea di una possibile revisione al rialzo delle stime di crescita: soprattutto se Berlino e Bruxelles dovessero muoversi con stimoli concreti. "Ma la vera chiave è la Bce", dice Debach. "I tagli ai tassi arriveranno, ma più lentamente di quanto previsto", premette. "Questo influisce direttamente sulla redditività bancaria". L'analista sostiene che secondo Goldman Sachs, a gennaio 2025, i tassi sui depositi bancari dell’Eurozona si sono adeguati solo parzialmente ai cambiamenti dei tassi Bce. "In particolare – sottolinea – durante l'attuale ciclo di politica monetaria, l’adattamento dei tassi bancari ai cambiamenti dei tassi Bce (chiamato "deposit beta") è stato solo del 32%, il che significa che per ogni punto percentuale di variazione dei tassi Bce, i tassi sui depositi bancari sono cambiati solo di circa un terzo". 
Dal gioco dell'Opa a quello dei tassi
 Nella fase più recente di tagli dei tassi (iniziata a metà 2024), il cosiddetto "easing-cycle beta" (ovvero la velocità con cui i tagli dei tassi Bce si riflettono sui tassi bancari) è stato ancora più basso, fermandosi al 18%. "Questo significa – spiega l'analista – che, in questa fase, i tassi sui depositi bancari stanno scendendo molto più lentamente di quanto stia facendo il tasso Bce. In passato, durante periodi simili di abbassamento dei tassi (come tra il 2008 e il 2010), il passaggio dei tagli ai clienti era stato molto più rapido, con un "beta" che arrivava vicino al 60%". Questo rallentamento nella trasmissione dei tassi è un vantaggio competitivo per le banche, che riescono a mantenere margini di interesse elevati, soprattutto se hanno una base di raccolta retail ampia. "In Italia ad esempio – afferma Debach – a gennaio i depositi sono diminuiti dell'1,9% su base mensile, principalmente a causa dei deflussi delle imprese sui depositi a vista. Tuttavia, con un "deposit beta" fermo al 16% (tra i più bassi in Europa), le banche italiane stanno beneficiando di un costo della raccolta ancora contenuto, proteggendo la redditività del sistema". 
Le Ops sempre in agguato
 E poi c'è il risiko. Sempre sullo sfondo, ma comunque presente. L'assemblea di Unicredit si avvicina, con l'attenzione rivolta su dividendi, buyback ma soprattutto il possibile rafforzamento patrimoniale in vista di operazioni strategiche. Il 28 marzo, sarà la volta di Unipol con il nuovo piano industriale, da osservare con attenzione per il suo ruolo chiave in Bper e Pop Sondrio. E infine, la scadenza del 29 marzo per la presentazione delle liste in Generali accende i riflettori su Assogestioni, Caltagirone e Mediobanca. C’è ancora spazio per salire? "Sì, ma sarà una corsa selettiva", afferma Debach. "I multipli elevati testimoniano la fiducia del mercato verso un comparto che sta beneficiando di margini di interesse robusti e di una trasmissione dei tassi più lenta del passato", dice. Tuttavia, prosegue l'analista, "il settore bancario rimane ciclico e sensibile al contesto macro, e una normalizzazione dei tassi o un rallentamento economico potrebbero innescare correzioni. Per ora, la combinazione di bassa trasmissione dei tassi, solidità patrimoniale e possibili operazioni straordinarie sostiene i prezzi". Ma la cautela è d’obbligo, visto anche il forte rally: "Nel medio termine – afferma – l’equilibrio tra crescita degli utili e costi di funding (oltre alle scelte della Bce) determinerà la sostenibilità di questi livelli storicamente elevati, sia in termini di Roe e P/E forward". 
Ma c'è ancora spazio per crescere?
 "E' difficile prevedere un ulteriore rally significativo, dato che le azioni hanno già registrato una crescita sostenuta in un periodo breve", dice all'Adnkronos l'economista della Bocconi Michele Calcaterra. Questo tipo di rialzo, sottolinea, è abbastanza comune quando si verificano operazioni di concentrazione nel settore bancario. "Unicredit per esempio – afferma – ha dichiarato che le acquisizioni in corso potrebbero portare a una crescita di valore, grazie anche a una revisione strutturale dei costi". Questo scenario, chiosa il professore, "crea aspettative positive sia per chi vende nell’immediato, sia per chi compra con una prospettiva a medio-lungo termine". La crescita delle azioni, quindi, è prevedibile in queste circostanze. Infine, riguardo alla dinamica delle Ops (Offerte pubbliche di scambio), è tipico – sottolinea Calcaterra – osservare un aumento del valore dei titoli della banca bersaglio durante l’operazione, seguito poi da un riallineamento generale. "Questo – spiega – avviene per una classica dinamica di domanda e offerta, inizialmente spinta da fenomeni speculativi, che il mercato tende a riassorbire nel medio periodo" (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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