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Banche, dalla Russia a Generali: la battaglia senza esclusione di colpi tra Bpm e Unicredit

(Adnkronos) – Battaglia di numeri tra Bpm e Unicredit. Il Cda del Banco decide di alzare l'offerta lanciata su Anima da 6,2 a 7 euro. Unicredit, che su Bpm ha lanciato un Ops per prenderne il controllo, minaccia il passo indietro: "Ritiriamo l'offerta se fate un rilancio su Anima". L'Ad dell'istituto di Piazza Filippo Meda minaccia le vie legali: "State tentando di influenzare i soci", che quel rilancio dovranno votarlo in Assemblea. Ma cosa succede? L'istituto di Piazza Gae Aulenti sostiene che l’operazione su Anima, a quelle nuove condizioni, rischia di abbattere il Cet1 di Banco Bpm di ben 268 punti base, ben sotto il 13%. Il Cet1 è indice cruciale, misura il rapporto tra capitale ordinario di un istituto e le sue attività ponderate per il rischio: tradotto, se scende sotto soglia, mette a rischio la stabilità patrimoniale di una banca.  Banco Bpm assicura che non è vero, il suo coefficiente di capitale resterà sopra il 13% per tutto il piano 2025-2027, a prescindere dal trattamento regolamentare dell’acquisizione di Anima, sia con che senza il Danish Compromise. Quest'ultima è una normativa che potrebbe ridurre i requisiti di capitale per Banco Bpm nel caso in cui dovesse ottenere il controllo di Anima, ma la Bce non ha ancora dato il via libera al trattamento. In ogni caso, secondo l'istituto di Piazza Meda, poco importa: gli azionisti possono stare sereni, la banca è solida (con il Cet1 sopra il 13%), a prescindere da tutto. Dunque, questo il ragionamento di Giuseppe Castagna, l'obiettivo di Orcel è uno e uno soltanto: "Sta mettendo pressione sul nostro titolo in favore del suo titolo". Chi ha ragione? La questione non è di piana soluzione e per fare chiarezza serve rispondere ad almeno due domande, la prima: quale è CET1 di Banco Bpm dopo l’impatto delle nuove normative di Basilea IV (con le sue rigide prescrizioni patrimoniali)? Unicredit quantifica in una riduzione di 94 punti base sul Cet1 Ratio di Banco Bpm. L'istituto guidato da Castagna ribatte che tali effetti saranno attenuati da azioni manageriali già pianificate. Alcuni analisti dicono: "Sì ok ma quali sono?". Altri, sempre in ambienti finanziari, fanno notare che è approccio comune nel settore bancario mettere in atto strategie correttive senza specificare subito quali saranno. Seconda questione, stavolta di scadenza temporale: Banco Bpm dice che manterrà un Cet1 superiore al 13% alla data di riferimento del piano. Qualcuno critica: "Bisogna sapere cosa accade al vostro Cet1 non alla fine del piano del 2027 ma al momento dell'acquisizione di Anima". In sintesi: di qua chiedono la trasparenza, di là di non influenzare il mercato. Schermaglie, battaglie di aritmetica. Alla base la lotta per il fortino di Piazza Meda, stretta tra chi chiede un rialzo dell'Ops e chi invece ripete che il prezzo è giusto.  Un gioco di spada e fioretto, senza esclusione di colpi. Bpm accusa Unicredit di non guardare in casa propria: "Deve chiarire su Generali e Commerz, sia sull'impatto a regime sul proprio Cet1, sia sul disegno strategico". E qualcuno che in ambienti finanziari nota: l’investimento su Commerz è coperto e l’impatto a capitale è veramente marginale. "Mentre su Generali – si mormora sempre in ambienti ben informati- che la partecipazione sia quella attuale e che l'Istituto di Piazza Gae Aulenti non abbia alcuna intenzione di spingerla oltre il 5%".  Poi c'è il Banco che punta l’indice anche sui "rischi collegati all’esposizione di Unicredit in Russia, che continua ad essere quantificata in potenziali massimi 55 punti base nonostante gli accantonamenti già effettuati e comunicati al mercato". E qualcun altro che sempre molto ben informato lascia trapelare un paio di concetti: Unicredit ha già diminuito l'esposizione con una riduzione dei depositi locali di quasi il 90% e degli impieghi di circa due terzi, e l’ipotesi dello scenario più negativo (dove la banca perde il capitale) è altamente remoto. Ancora non è certo niente, ma giurano da più parti che la battaglia tra Bpm e Unicredit sarà lunga: una data da cerchiare in rosso, occhio all'Assemblea del Banco il 28 febbraio. (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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