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Aperitivo, affare da 4,5 mld: guida al ‘rito italiano’

(Adnkronos) – Milano, ore 18. Sui Navigli, tra spritz al tramonto e gin tonic, non si brinda più solo al weekend imminente, ma a un colosso economico: "Giro d'affari da 4,5 miliardi di euro solo per l’Italia”, parola di Federico Gordini all'Adnkronos, presidente di Mww Group e ideatore di Aperitivo Festival. Oggi l’aperitivo non è più “un bere qualcosa al volo prima di cena”. È cultura. È business. È strategia. È “l’incontro tra gusto, piacere dell’abbinamento tra food & beverage”, dice Gordini. Ma se il pairing è tutto, anche l’errore è dietro l’angolo. Il primo da evitare? Bere e basta. “Si fa aperitivo quando si abbina”, ammonisce Gordini. Solo bere, anche se è un ottimo vino, è come andare a teatro e ascoltare solo gli applausi. Manca la trama. Mancano gli attori. E invece oggi, italiani ed enoteche si prendono sul serio. L’85% del pubblico vuole un aperitivo con food abbinato. Ma mica roba buttata lì. Dop, km0, materie prime scelte. Il dato impressiona: il 41% sceglie un locale per la proposta gastronomica, più che per la carta cocktail. E l’81% è disposto a pagare un sovrapprezzo pur di avere appetizer premium. Insomma, il vecchio tagliere patatine e noccioline rattrappite? Roba da anni ’90. Lì dove si sbaglia, si scivola sul banale. Finger food tristi, cocktail pretenziosi con nomi da romanzo di Camilleri, happy hour dove di happy c’è solo la confusione. Si rovina tutto quando si dimentica che l’aperitivo è attesa, racconto, atmosfera. “L’offerta deve essere selezionata”, insiste il presidente. “Prodotti di qualità, legati al territorio. L’Italia ha il patrimonio di denominazioni più ricco d’Europa: usiamolo”.  Eppure, il rito resiste. Tre italiani su quattro non ci rinunciano almeno una volta al mese. Il 13% lo fa più volte a settimana. E non sono solo milanesi con Ray-Ban d’ordinanza. C’è un’Italia che lo celebra in casa, dove crescono gin, spumanti e ready-to-drink (+4,2%). C’è un’Italia consapevole: attenta alla salute, alla guida (con il nuovo Codice della Strada in vigore dal dicembre 2024), e ai cocktail analcolici. Soprattutto i giovani: uno su tre va solo di analcolico, mocktail e birre 0%. Cambia anche il luogo: bar diurni (39%), cocktail bar (34%), enoteche e trattorie (15%). Pub e birrerie arrancano (10%). Ma ovunque, ciò che conta è la cura: quella che ti fa sentire accolto, non spennato. Il messaggio finale del presidente Gordini: “L’aperitivo è un settore strategico per la nostra economia. Ma anche un momento in cui il piacere incontra la qualità. E se manca l’abbinamento? Non chiamatelo aperitivo”. (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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