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Giulia e tutte le vittime, Toscana proclama lutto regionale

Giulia e tutte le vittime, Toscana proclama lutto regionale.

Lutto proclamato dalla Regione Toscana venerdì 24 novembre per Giulia Cecchettin e per tutte le altre donne vittime per mano maschile.

Alla vigilia del 25 novembre Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, giornata di lutto regionale in Toscana.

Eugenio Giani l’aveva preannunciato nel giorni scorsi, all’indomani dell’omicidio di Giulia, 22 anni, che sta scuotendo l’Italia intera. Assassinio per cui Filippo Turetta, 22 anni, è chiamato a rispondere di omicidio volontario aggravato dal vincolo del legame affettivo e sequestro di persona.

Filippo Turetta verrà consegnato dalla Germania alle autorità italiane sabato 25 novembre e arriverà all’aeroporto di Venezia – scortato dai carabinieri – a bordo di un aereo dell’Aeronautica militare che partirà da Roma.

“Chiederò al Governo il lutto nazionale, Se il Governo non dovesse aderire, lo faremo in Toscana”, aveva detto Giani.

Il presidente Giani: “La Toscana si unisce in un giorno di lutto regionale per onorare la memoria di Giulia Cecchettin e di tutte le donne vittime di violenza. Le bandiere degli edifici regionali saranno a mezz’asta in memoria di Giulia e di tutte le donne vittime di violenza. Il caso di Giulia è sconvolgente, ma la triste realtà è che ogni giorno nel nostro Paese si verificano atti simili. È tempo di assumere una posizione forte e collettiva. Le bandiere a mezz’asta sono un segno visibile della nostra determinazione a porre fine a questa violenza. Uniamoci nella sensibilità comune per costruire un futuro senza paura”. 🤍

Lutto regionale per Giulia già proclamato in Veneto, la regione di Giulia Cecchettin, dal presidente della Regione Luca Zaia nel giorno del funerale.

Funerali che si terranno nella Basilica di Santa Giustina a Padova, nona chiesa più grande al mondo. Non è ancora stata decisa la data. Occorre attendere l’autopsia, ma l’auspicio di papà Gino è di “dare presto una nuova casa a Giulia” che riposerà, nel cimitero di Saonara, accanto a mamma Monica, morta un anno fa.

Intanto, rende noto Adnkronos, la procura di Venezia sta facendo accertamenti su quanto accaduto dopo la chiamata del testimone al 112 in cui segnalava una lite in corso nel parcheggio in via Aldo Moro a Vigonovo, Venezia, a pochi passi dall’abitazione di Giulia. Lo apprende l’Adnkronos da fonti qualificate. “E’ tutto da accertare se i carabinieri siano partiti per verificare quella chiamata d’allarme oppure l’auto con sirena non abbia mai raggiunto il luogo in cui Giulia Cecchettin è stata accoltellata”.

Una sosta di pochi minuti, prima che l’auto di Filippo Turetta si dirigesse verso la zona industriale di Fossò, come è emerso mercoledì 22 novembre nel corso di ‘Chi l’ha visto?’, il programma condotto da Federica Sciarelli.

Nell’aula del Consiglio regionale della Toscana le scarpette rosse.

Il presidente Antonio Mazzeo:  “L’impegno per prevenire e contrastare i fenomeni di violenza maschile contro le donne deve vederci impegnati tutti, senza alcun distinguo. Faccio mie le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che l’ha definita ‘una intollerabile barbarie sociale’. Di fronte agli oltre 100 femminicidi, in Italia, nel solo 2023, serve un’azione più consapevole, concreta e costante di educazione e prevenzione. E’ un impegno che deve vedere unite, l’una a fianco all’altra e ognuna per la propria parte, istituzioni, scuola, famiglie, comunità sportive, ricreative, religiose, sociali. La drammatica vicenda di Giulia Cecchettin ha sconvolto tutto il Paese. Contrastare qualsiasi forma di violenza e prevaricazione di genere è una responsabilità sociale. Il Consiglio Regionale, come ha fatto in tutti questi anni anche con il prezioso contributo della Commissione Pari Opportunità, farà la sua parte senza se e senza ma.

Voglio fare un appello agli uomini, soprattutto ai più giovani. Non indigniamoci solo di fronte alle manifestazioni più plateali della violenza di genere. Non nascondiamoci dietro l’idea di non essere dei carnefici. Se sappiamo di casi di violenza denunciamolo. Perché finché verrà tollerata da parte nostra anche la più minima forma di oppressione saremo complici di un sistema strutturalmente discriminatorio sul piano sociale, civile ed economico”.

© Riproduzione riservata

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