25 novembre, in Toscana cinque chiamate ogni giorno al 112.
Da marzo fino a metà novembre 2023, ovvero da quando è partita la sperimentazione sulla tracciabilità delle richieste, sono state 1265 le chiamate prese in carico dalla centrale operativa 112 della Toscana, gestita da Asl Toscana Centro.
Mediamente gli operatori in questi otto mesi hanno ricevuto ogni giorno almeno cinque telefonate che sono state identificate come un immediato bisogno di soccorso per maltrattamenti in corso o già subiti.
E’ il bilancio del numero unico europeo in Toscana.
E dal Consiglio regionale Toscana un appello il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, da parte del presidente Antonio Mazzeo a nome di tutta l’aula istituzionale. “Non basta indignarci di fronte alle manifestazioni più plateali della violenza di genere, non nascondiamoci dietro l’idea di non essere dei carnefici. Se sappiamo di casi di violenza denunciamolo”.
La Toscana il 24 novembre ha proclamato il lutto regionale per Giulia Cecchettin e per tutte le vittime di violenza. Lutto regionale a cui hanno aderito molti Comuni.
E’ dal 2020 che il Numero unico europeo 112 è attivo anche per questo tipo di emergenze e “settimanalmente gli operatori aggiornano la loro formazione per migliorare la presa in carico delle richieste più delicate”.
Tra le vittime che hanno chiamato il 112 più del 90 per cento sono donne, nel 60 per cento di nazionalità italiana. Il 63 per cento delle volte chi chiama lo fa in presenza del ‘carnefice’, nel 70 per cento dei casi dalla propria abitazione. Il 7 per cento delle telefonate riguarda uomini che chiedono aiuto. Oltre la metà delle richieste di soccorso sono inoltrate alle forze dell’ordine.
Un video con gli oltre 100 nomi delle donne che nel 2023 sono state uccise con al centro, in rosso, quello di Giulia Cecchettin. È il filmato che il Consiglio regionale della Toscana pubblica sui propri canali istituzionali.
Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il presidente Mazzeo, a nome di tutta l’Assemblea legislativa, lancia un appello forte a reagire, a non restare in silenzio e, soprattutto, a dire basta. “Oggi voglio fare un appello, soprattutto ai più giovani. Non basta indignarci di fronte alle manifestazioni più plateali della violenza di genere. Non nascondiamoci dietro l’idea di non essere dei carnefici. Se sappiamo di casi di violenza denunciamolo. Perché finché verrà tollerata da parte nostra anche la più minima forma di oppressione e discriminazione saremo complici di un sistema strutturalmente discriminatorio sul piano sociale, civile ed economico”
Poi: “La battaglia contro la violenza di genere è soprattutto una battaglia che dobbiamo portare avanti noi uomini, non solo nella giornata di oggi. Ma ogni giorno, con l’obiettivo che non debba più essere necessario avere un 25 novembre per sensibilizzare su una tragedia del nostro tempo come questa”.
Un 25 novembre in cui il presidente della Repubblica Mattarella dichiara: “Drammatici fatti di cronaca scuotono le coscienze del Paese. Una società umana, ispirata a criteri di civiltà, non può accettare, non può sopportare lo stillicidio di aggressioni alle donne, quando non il loro assassinio. La pena e il dolore insanabili di famiglie e di comunità ferite sono lo strazio di tutti. Quando ci troviamo di fronte a una donna uccisa, alla vita spezzata di una giovane, a una persona umiliata verbalmente o nei gesti della vita di ogni giorno, in famiglia, nei luoghi di lavoro, a scuola, avvertiamo che dietro queste violenze c’è il fallimento di una società che non riesce a promuovere reali rapporti paritari tra donne e uomini”.