FIRENZE – La Toscana firma la dichiarazione di stato di mobilitazione internazionale con il presidente della Regione Eugenio Giani. “Con questo atto siamo in condizione di portare delibere di giunta per provvedere all’accoglienza e all’aiuto dei profughi ucraini”. L’attività della Toscana, sottolinea Giani, dovrà sottostare alle norme nazionali, a partire dal decreto legge che fissa lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2022. Attivato anche un conto corrente della Regione Toscana “perché molti cittadini ci chiedono a chi dare i soldi, con un meccanismo trasparente di spesa, quindi ci siamo sobbarcati come Regione questo compito”, spiega Giani. La firma dello stato di mobilitazione generale nel corso dell’Unità di crisi convocata da Giani. Con il presidente, nella sala Pegaso, l’assessore alla protezione civile Monia Monni, il direttore della Protezione civile regionale Giovanni Massini e Matteo Biffoni, presidente Anci Toscana e sindaco di Prato. Collegati i prefetti e i rappresentanti di Comuni e Province. Il punto del presidente Giani. “La Toscana ha messo a disposizione gli alberghi sanitari, per una funzione che offre anche assistenza sanitaria: verifica della vaccinazione, almeno 5 giorni di quarantena, provvedere ai vaccini e quindi alla collocazione di chi è ospitato. C’è poi l’aspetto dell’educazione alla lingua, il possibile inserimento per lavori stagionali”.
L’accoglienza vedrà il coordinamento tra gli alberghi sanitari, con riferimento la Regione Toscana, e i Cas, che hanno come riferimento le prefetture. Assistenza: “Ci concentreremo verso i campi profughi della Romania e della Polonia, e contemporaneamente verso il centro di smistamento di Leopoli, dove si sono trasferite sia l’ambasciata italiana che quella francese. Contemporaneamente stiamo facendo il servizio di supporto a chi vuole raccogliere beni, vestiario, medicinali e altro che spontaneamente la popolazione ha raccolto: c’è già stato un tir dell’associazione ‘I colori della pace’ che da Massa è arrivato in campi profughi in Polonia. Organizzeremo sempre di più questo livello di coordinamento, non tanto per la raccolta, che il volontariato, la Chiesa, le istituzioni culturali stanno già facendo, quanto per aiutare la spedizione di questi aiuti, attraverso il nostro servizio di Protezione civile”.