FIRENZE – Un esercito di 200mila persone. Tanti sono i toscani che ogni giorno scelgono il treno per muoversi. Un dato che conferma la regione al quarto posto in Italia per utenza, dietro solo a giganti come Lombardia, Lazio e Campania. Eppure, la fotografia scattata da Legambiente con il 20esimo rapporto Pendolaria mostra una realtà in chiaroscuro.
Le buone notizie riguardano i mezzi. L’età media dei convogli è scesa a 12,3 anni, grazie all’immissione di nuovi treni. Un passo avanti significativo per il comfort dei viaggiatori. Bene anche il completamento del raddoppio tra Pistoia e Montecatini. Tuttavia, la quotidianità dei pendolari resta difficile. I cantieri aperti, pur necessari, aggravano i disagi su linee nevralgiche come la Faentina, la Firenze-Roma (Valdarno) e la Pisa-La Spezia. Restano critici i collegamenti nel sud della regione: le tratte Siena-Arezzo e Siena-Grosseto soffrono di problemi cronici, anche se quest’anno nessuna linea toscana finisce nella “lista nera” delle peggiori d’Italia.
Tra le best practice nazionali spicca un’iniziativa locale. Legambiente loda l’abbonamento integrato Ti porta Firenze. La formula, che unisce bus, tram e treno urbano, è un esempio di sostegno reale al reddito. Con costi ridotti a 5 o 10 euro mensili per studenti e fasce Isee basse, garantisce risparmi fino a 170 euro l’anno. Una risposta concreta a quella che l’associazione definisce Transport Poverty, ovvero la difficoltà economica di accesso alla mobilità.
Il rapporto non risparmia stoccate alla pianificazione regionale. Secondo Legambiente, il dibattito pubblico è ancora troppo concentrato sulle grandi opere stradali. Nel mirino finiscono progetti come gli assi viari di Lucca e la trasformazione in superstrada del corridoio E78 Grosseto-Fano. Investimenti che, secondo gli ambientalisti, sottraggono risorse alla cura del ferro. Una nota dolente: la Toscana non ha fornito i dati sui finanziamenti regionali al trasporto, lasciando una casella vuota nel report.
Lorenzo Cecchi, responsabile mobilità di Legambiente Toscana, traccia la rotta. “Bisogna investire su un trasporto efficiente e capillare”. Le stazioni devono diventare hub intermodali, connessi con la mobilità condivisa. Cruciale anche il settore merci. L’obiettivo è togliere i camion dalle strade: per farlo, serve accelerare su opere strategiche come il potenziamento della Bologna-Prato e lo scavalco ferroviario di Livorno.
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