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Moda in Toscana, allarme Cisl: “In arrivo una tempesta perfetta”

Moda in Toscana, allarme Cisl: “In arrivo una tempesta perfetta”.

“Il settore moda dell’area fiorentina, dopo diversi anni di spinta continua e crescita a due cifre, sta conoscendo una brusca frenata, con richieste di ammortizzatori sociali raddoppiate rispetto a un anno fa. Tanto che entro i primi due mesi del 2024 molte aziende artigiane avranno finito gli strumenti di sostegno e rischiamo un taglio importante di posti di lavoro”.

Allarme di Cisl Firenze-Prato col segretario generale Fabio Franchi e Gianluca Valacchi, referente moda della Femca-Cisl Firenze-Prato.  “Una tempesta perfetta si sta preparando sul settore, nel silenzio di tutti. A cominciare da chi sta a capo delle varie filiere e dalla politica, troppo impegnata in vista delle imminenti elezioni. Chiediamo  l’urgente convocazione di un tavolo con tutti i soggetti coinvolti se vogliamo che il nostro distretto abbia un futuro e un futuro sano”.

Valacchi: “Se da un lato le cause sono da ricercare nella situazione generale economica e politica, italiana e internazionale dall’altro le scelte strategiche degli ultimi anni si sono rivelate sbagliate. La produzione incontrollata di pezzi (borse, scarpe, ecc.) da destinare al mercato, oggi fermi nei magazzini dei brand. L’applicazione di modelli organizzativi improntati alla meccanizzazione e a sostituire un processo prettamente manuale.

Il comparto moda toscano ha registrato un -9,2% complessivo nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2022, con un -8,8% per l’abbigliamento e un -25,9% per le calzature.

Tutto questo oggi ha portato all’impennata delle richieste di cassa integrazione e di accesso al fondo solidarietà bilaterale del settore artigiano. Che da ottobre sta investendo, come un uragano, l’intera filiera della moda (tessile, pelletteria, calzaturiero) e i settori collegati al distretto scandiccese, coinvolgendo migliaia di lavoratrici e lavoratori”.

A Firenze, nel settore moda, nel settembre 2022 erano state autorizzate da Inps 38mila ore di cassa integrazione. Quest’anno, nello stesso mese, le ore sono state 75mila, quasi il doppio.”

Poi Valacchi: “Siamo impegnati tutti i giorni  a rispondere alle numerose domande di ammortizzatori sociali. Ma, oltre l’urgenza, è anche necessario accendere la discussione sulla situazione generale, che coinvolga tutti gli attori, compreso chi sta a capo di queste filiere”.

Per questo, secondo Franchi e Valacchi, “va con estrema urgenza istituito un tavolo di confronto tra parti sociali, brand e istituzioni politiche. Per discutere del futuro del nostro distretto e della gestione di questo periodo di difficoltà. Anche attraverso l’istituzione di ulteriori strumenti di sostegno delle aziende”.

© Riproduzione riservata

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