Nell’era in cui l’intelligenza artificiale domina il dibattito pubblico, l’Italia mostra ancora significativi ritardi nell’adozione delle tecnologie digitali rispetto al resto d’Europa, anche se scaliamo posizioni in classifica, viaggiamo sempre a due velocità. Questo divario è attribuibile a una serie di ostacoli di natura tecnologica, culturale ed economica, che richiedono interventi mirati per essere superati, specialmente nel contesto delle piccole e medie imprese (PMI).
La discrepanza tra le grandi aziende e le PMI è evidente: le prime, supportate anche dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sono riuscite a realizzare investimenti significativi nella digitalizzazione, aumentando di conseguenza i loro fatturati. Al contrario, le PMI lottano per reperire le risorse necessarie sia per investimenti tecnologici sia per la formazione del personale.
Oltre ai dati raccolti da ISTAT e Assintel che confermano questa situazione, la mia esperienza sul campo evidenzia chiaramente il divario esistente: da un lato, c’è un forte desiderio di ottimizzare i processi tramite una digitalizzazione massiccia; dall’altro, ci sono difficoltà economiche, ma soprattutto culturali e strategiche. La digitalizzazione dei processi aziendali offre notevoli vantaggi, tra cui una maggiore efficienza operativa, competitività e capacità di adattamento alle nuove esigenze del mercato. Tuttavia, numerose aziende si trovano di fronte a ostacoli rilevanti nel perseguire questa trasformazione. Ho riassunto queste problematiche in 6 casistiche principali.
1. Resistenza al cambiamento
La resistenza al cambiamento rappresenta uno degli ostacoli più significativi alla digitalizzazione. Questo fenomeno può emergere a vari livelli dell’organizzazione, dai dipendenti ai dirigenti. Molti lavoratori temono che le nuove tecnologie possano rendere obsoleti i loro ruoli, mentre i manager possono essere riluttanti a modificare processi consolidati nel tempo. Superare questa resistenza richiede la promozione di una cultura aziendale orientata all’innovazione e alla formazione continua.
2. Carenza di competenze digitali
Un altro ostacolo significativo è la mancanza di competenze digitali all’interno delle aziende. La digitalizzazione richiede conoscenze specifiche in ambiti come l’intelligenza artificiale, l’analisi dei dati, la cybersecurity e la gestione dei sistemi informatici. Molte PMI non dispongono delle risorse necessarie per formare o assumere personale qualificato. Investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze digitali dei dipendenti è essenziale per affrontare questa sfida.
3. Costi percepiti
I costi legati alla digitalizzazione possono apparire elevati per molte aziende. L’implementazione di nuove tecnologie, l’acquisto di software e hardware e la formazione del personale rappresentano investimenti significativi nel breve periodo ma rappresentano una propulsione verso la vetta del mercato che è impossibile mancare.
4. Complessità dei sistemi legacy
Molte aziende, specialmente quelle con una lunga storia, dispongono di sistemi informatici legacy, ovvero tecnologie obsolete ancora in uso. L’integrazione di questi sistemi con le nuove tecnologie digitali può essere estremamente complessa e costosa. La migrazione dei dati, la compatibilità dei sistemi e la sicurezza informatica sono solo alcune delle sfide tecniche da affrontare. Un approccio graduale e pianificato alla modernizzazione dei sistemi legacy può aiutare a mitigare questi problemi.
5. Questioni di sicurezza e privacy
La sicurezza informatica e la protezione dei dati personali sono preoccupazioni cruciali nella digitalizzazione. Le aziende devono garantire che le nuove tecnologie non compromettano la sicurezza dei dati aziendali e dei clienti. Le normative sulla privacy, come il GDPR in Europa, impongono rigorosi requisiti di conformità che possono complicare ulteriormente il processo di digitalizzazione. Implementare robusti protocolli di sicurezza e adottare soluzioni di cybersecurity avanzate è fondamentale per affrontare queste sfide.
6. Mancanza di visione strategica
Infine, la mancanza di una visione strategica chiara può impedire alle aziende di sfruttare appieno i benefici della digitalizzazione. Senza una pianificazione adeguata e obiettivi specifici, la digitalizzazione può risultare frammentata e inefficace. È essenziale che le aziende sviluppino una strategia digitale ben definita, che includa l’analisi delle esigenze aziendali, la definizione di obiettivi chiari e misurabili e un piano di implementazione dettagliato.
Quando si affronta un percorso di digitalizzazione dei processi aziendali non dobbiamo avere timori, ma sicuramente è doveroso affrontare il cambiamento con una forte visione strategica, seguiti da professionisti del settore in modo da scegliere il percorso migliore, evitare implementazioni accelerate che portano spesso a ritornare sui propri passi riesumando fogli di calcolo e carta quadrettata, accompagnare e gestire il cambiamento, formare adeguatamente il personale e lasciare che i professionisti vivano il progetto dall’interno in modo che comprendano al massimo la natura dei problemi che andranno a risolvere.
Tutto questo senza dimenticare che devono essere fatti a livello centrale degli investimenti sulla banda ultra larga e ad alta velocità che oggi è diffusa solo in parte sul territorio italiano, consentendo un più rapido ed efficace orientamento delle aziende su un modello di processi data-driven, di smaterializzazione e automazione, diminuendo i costi e incrementando la competitività a livello globale.
Luca Finocchiaro