LUCCA – Pd, Marcucci guarda verso Renzi. “Schlein troppo a sinistra”.
Andrea Marcucci, senatore uscente Pd, sottosegretario nel secondo Governo Prodi, si smarca dal Pd di Elly Schlein: “Guardo con interesse al processo di unificazione di Renzi, Calenda e dei liberali”
L’imprenditore lucchese di Barga: “La segretaria del Pd Elly Schlein, attraverso la scelta dei capigruppo, ha mandato un messaggio inequivocabile. Elly Schlein vuole costruire un partito più marcatamente di sinistra, mentre il Pd è nato di centrosinistra. Per dirla con una battuta, io ricordo l’entusiasmo di Valerio Zanone quando vi aderì, oggi il modello che si vuole assumere è quello di Jean-Luc Mélenchon. Una certa differenza. Guardo con interesse al processo di unificazione di Renzi, Calenda e dei liberali”.
Poi Marcucci: “Per i riformisti e ancor più per i liberaldemocratici nel Pd non c’è spazio, sono ai margini e forse danno anche fastidio. Peccato.
Schlein esclude completamente i liberaldemocratici, che ora si disputeranno qualche briciola nella segreteria. È stata stabilita la netta prevalenza dell’origine socialdemocratica sulle altre che pure hanno fondato il Pd. Mi riferisco a quella liberaldemocratica appunto e a quella popolare. Ricordo, con rimpianto, che al Pd di Veltroni aderì anche Valerio Zanone, mio antico maestro.
Trovo che sia un fatto salutare la nascita di un partito unico dei liberali e dei popolari. Con un Pd spostato a sinistra e con Forza Italia così in difficoltà, è chiaro che si apra un grande spazio politico“.
Considerato molto vicino a Matteo Renzi, Marcucci decise di rimanere nel Pd, di cui Renzi è stato segretario, quando il senatore di Rignano uscì dal partito dem e fondò Italia Viva.
Andrea Marcucci nella precedente legislatura è stato capogruppo in Senato. Poi, marzo 2021, l’allora segretario Pd Letta decise un avvicendamento al femminile sia alla Camera, sia al Senato.
Marcucci non fu d’accordo con la proposta di Letta, poi il passo indietro a favore di Simona Malpezzi.