PESCAGLIA – Esercitava l’attività di caccia al capanno ma, al tempo stesso, praticava l’uccellagione, ossia quella particolare pratica di cattura indiscriminata di avifauna viva con delle reti sostenute su pali, spesso finalizzata all’abbattimento o alla riduzione in cattività e al traffico di animali selvatici.
Gli uomini del Comando della Polizia Provinciale di Lucca durante un servizio programmato per il contrasto dell’attività di bracconaggio svolto nel territorio comunale di Pescaglia hanno individuato un cacciatore all’interno di un appostamento e in esercizio di caccia.
Rinvenute due reti da uccellagione tese di 4m di lunghezza per 3 di altezza ciascuna e una gabbia contenente un esemplare di usignolo del Giappone (un uccello passeriforme non cacciabile e non detenibile) utilizzato come richiamo.
All’atto del controllo, intrappolati tra fitte maglie delle reti si trovavano già quattro usignoli del Giappone di cui uno deceduto.
Perlustrando attentamente l’area, gli uomini della Polizia provinciale hanno accertato che l’unico accesso al boschetto era il sentiero proveniente dal capanno e ritenuta evidente la connessione tra l’uomo e il reato in atto, l’uomo è stato formalmente identificato per il reato di uccellagione.
Un primo sequestro penale sul posto ha portato alla rimozione delle reti, della gabbie e dell’attrezzatura, nonché alla liberazione degli uccelli catturati ancora in salute.
L’esemplare in gabbia, invece, poiché privo di anello identificativo e non in grado di volare, è stato consegnato all’associazione Vega Soccorso, convenzionata per il recupero della fauna selvatica in difficoltà, in qualità di custode giudiziario.p
Con la perquisizione domiciliare sono stati rinvenuti e posti sotto sequestro oltre 4500 cartucce di vario calibro a munizione spezzata detenute illegittimamente assieme a parti di armi non denunciate; ben 160 trappole a scatto in metallo destinate alla cattura di avifauna; 1 gabbia/trappola artigianale a scatto in metallo destinata alla cattura di grossi esemplari di ungulati; e alcuni pali con reti per uccellagione.
All’interno dell’abitazione, inoltre, sono stati trovati in alcune gabbiette, uccelli ancora in vita che sono stati prontamente rimessi in libertà, nonché svariate specie di uccelli deceduti non cacciabili tra cui pettirossi, cinciallegre, usignoli del Giappone e svariati passeriformi contenuti in frigorifero.
L’uomo dovrà rispondere dei reati di uccellagione, detenzione di specie non cacciabili e detenzione abusiva di armi.
Il comandante della Polizia provinciale Elio Cappellini: “Ringrazio e mi complimento con tutti gli agenti che sono intervenuti in questa operazione: la caccia è una tradizione che ci portiamo dietro dalla storia da cui deriva e, al giorno d’oggi, è soprattutto un hobby e una passione, e come tale dovrebbe essere esercitata. Comportamenti come questi che non hanno niente a che fare né con la tradizione, né con la passione, al di là dei risvolti penali, saranno non solo perseguiti a termini di legge, ma portati anche in evidenza all’opinione pubblica per mandare un segnale verso tutte quelle persone che praticano e interpretano questa attività con correttezza e nel rispetto delle leggi vigenti”.