Come si legge in una nota del CRT, sopo un serrato confronto in Ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Toscana, in commissione Bilancio, nonché tra i capigruppo, il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la proposta di legge ‘Disposizioni per la riduzione temporanea del meccanismo di indicizzazione degli assegni vitalizi dei consiglieri regionali in carica fino alla nona legislatura’, registrando 31 favorevoli e la non partecipazione al voto del Movimento 5 Stelle.
La legge interviene sugli assegni vitalizi dei consiglieri regionali in carica fino alla nona legislatura, così come previsto dalla legge regionale 3/2009.
L’atto, di iniziativa dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, parte dalla valutazione, come riportato nella relazione alla proposta di legge che ‘la piena applicazione del meccanismo di indicizzazione previsto porterebbe ad un sensibile incremento di spesa e ad un adeguamento degli importi degli assegni non congruo rispetto ad esigenze di sobrietà e risparmio.
L’incremento di spesa stimato per l’anno 2023 (tasso di inflazione attorno al 11,8 per cento) è di circa 600mila euro per i 184 consiglieri che hanno diritto al vitalizio.
Due gli emendamenti, proposti dal gruppo Lega e approvati: per i vitalizi più bassi si propone il riconoscimento dell’indicizzazione Istat, per il 2023, in base ad una percentuale pari al 3 per cento e non del 7 per cento come precedentemente indicato nel testo di legge, riducendo la spesa a carico del Consiglio regionale.
Collegati alla legge, prosegue il comunicato, sono passati anche due ordini del giorno, il primo del gruppo Movimento 5 Stelle, illustrato da Irene Galletti, che impegna il presidente e la Giunta regionale “a rivedere l’intesa raggiunta nella Conferenza permanente tenutasi il 3 aprile 2019, attivandosi, in Conferenza permanente, attraverso un ulteriore intesa, per modificare il meccanismo relativo ai vitalizi, non prevedendo l’aggiornamento degli stessi alla indicizzazione Istat”.
Tale atto, sottoscritto anche da Francesco Torselli (Fratelli d’Italia), Giovanni Galli (Lega) e Vincenzo Ceccarelli (Pd), è passato con voto unanime.
Stessa espressione di voto anche per un secondo ordine del giorno, presentato da Giovanni Galli e sottoscritto anche da Francesco Torselli (Fratelli d’Italia), Irene Galletti (Movimento 5 Stelle), Stefano Scaramelli (Italia Viva) e Vincenzo Ceccarelli (Pd), che impegna l’esecutivo regionale “a proporre al Consiglio regionale, sulla base di una nuova intesa tra Stati e Regioni, entro sei mesi dall’approvazione del presente atto di indirizzo, una revisione dell’ordinamento regionale finalizzata a superare la rideterminazione annualmente dei vitalizi sulla base dell’indice Istat di variazione dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati”, come definito dalla Legge regionale 2009 ‘Testo unico delle norme sui consiglieri e sui componenti della Giunta regionale’.
La legge è stata illustrata in aula dal presidente della commissione Affari istituzionali, programmazione e bilancio Giacomo Bugliani (Pd) che ha ricordato come in Toscana i consiglieri regionali non siano titolari di vitalizio a partire dalla decima legislatura e che l’ambito di applicazione della normativa è limitato ai consiglieri in carica fino al 2015.
“L’oggetto della proposta di legge, licenziata dalla Prima commissione con voto unanime da parte dei partecipanti al voto, prende le mosse dalla legge finanziaria per l’anno 2019, in cui veniva stabilito un generale ridimensionamento degli importi dei vitalizi riconosciuti ai Consiglieri regionali, e dall’intesa della Conferenza Stato Regioni del 2019 in cui si era raggiunto accordo sull’indicizzazione sulla base dei dati Istat. La rivalutazione Istat negli anni è sempre stata tendenzialmente bassa e non ha creato problemi di sorta ha continuato Bugliani ma nell’ultimo anno ha raggiunto percentuali inusuali arrivando quasi al 12 per cento. Applicarla integralmente comporterebbe un costo annuale sul bilancio del Consiglio regionale di oltre 700mila euro annui. Tenendo conto del particolare contesto storico e sociale in cui ci troviamo, questa proposta di legge ritiene opportuno ridimensionare il meccanismo di indicizzazione degli assegni vitalizi”
Tre gli scaglioni individuati dalla legge: si stabilisce un tasso di indicizzazione pari al 3 per cento per i vitalizi inferiori a 1500 euro; al 2 per cento per quelli di importo tra i 1500 e i 3mila euro; all’1 per cento invece per i vitalizi di fascia più alta, ovvero superiori a 3mila euro.
“L’opzione di non applicare il meccanismo di indicizzazione come emerso dai lavori della Commissione – ha chiarito Bugliani – è stato ritenuto illegittima perché in contrasto con quanto previsto dall’intesa Stato-Regioni del 2019. Il tasso dell’1 per cento è il limite minimo per rendere legittima l’intera operazione”.
Bugliani ha sottolineato come la riduzione del meccanismo di indicizzazione sia temporanea.
Mazzeo: “In questo momento di difficoltà dovuto all’inflazione, al caro bollette e al futuro incerto per tanti cittadini, come ufficio di presidenza abbiamo deciso, unica Regione in Italia, di tagliare al minimo possibile la rivalutazione automatica dei vitalizi degli ex consiglieri in carica fino al 2015, quindi che non vale né per i consiglieri della scorsa legislatura né per quelli di quella attuale. Oggi ci prendiamo la responsabilità politica di ridurre un privilegio per pochi. Auspico che gli ex consiglieri, con cui in questi mesi c’è stata una continua interlocuzione e a cui abbiamo spiegato in maniera esaustiva la nostra posizione, seguano l’esempio del Presidente Mattarella e rinuncino completamente all’adeguamento Istat.
Spero poi che, nel prossimo futuro, si possa poi arrivare a una revisione più complessiva dell’intesa Stato Regioni e che, proprio sulla linea indicata dal presidente, permetta di intervenire in maniera ancora più strutturale su questa materia”.