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Politiche 2022, l’intervista. Ricciardi, il toscano vice di Conte: “Tuteliamo i più deboli”

PIETRASANTA – Politiche 2022, Riccardo Ricciardi di Pietrasanta, Lucca, è vicepresidente nazionale Movimento 5 Stelle, nominato dal presidente Giuseppe Conte nell’ottobre 2021.

Deputato uscente, Ricciardi è capolista Camera dei Deputati nei collegi plurinominali di Massa, Lucca, Prato, Pistoia e di Grosseto, Livorno, Arezzo per il voto del 25 settembre.

Onorevole Ricciardi, il punto sulla campagna elettorale. A Livorno per Conte è stata apoteosi. E ovunque Conte vada le piazze sono piene. I sondaggi prima del black out elettorale davano il M5S terzo partito dietro FdI e Pd con una crescita sempre costante. Che peso state dando ai sondaggi?

“Noi stiamo dando peso a quello che riscontriamo nelle piazze: c’è grande entusiasmo verso il Movimento 5 Stelle. Gli “indecisi” si stanno rendendo conto che il nostro programma è quello che garantisce maggiori tutele alle fasce più deboli e che più si impegna a eliminare le disuguaglianze. La crescita di cui lei parla noi la registriamo parlando con le persone”.


Alle ultime amministrative per il M5S in alleanza col Pd il risultato è stato quasi un disastro. Da soli senza Pd in questa campagna elettorale stando al consenso che ricevete in giro per l’Italia state andando forte. Significa che correre senza il Pd è vincente? Che il Pd si sta mordendo le mani per la mancata alleanza? O che il M5S è apprezzato se comunque corre da solo a prescindere da un qualunque alleato tornando così a essere quello che era alla sua nascita?

“Quello che fa il Pd mi interessa il giusto. Le amministrative e le politiche hanno dinamiche completamente diverse. Nelle amministrative dove c’è stato un progetto di città condiviso con il Pd o con altre liste civiche siamo andati avanti bene, proprio perché c’era un’idea comune. Napoli ne è un esempio. A livello di governo centrale, con il cambio che ha avuto il Pd sposando in toto l’agenda Draghi, che di fatto è un’agenda vuota, non c’è una condivisione dell’idea di Paese e quindi non c’è stata la possibilità di presentare una proposta politica unitaria. Il problema non sono le tattiche o le strategie ma avere un programma condiviso”.

 Quanto conta per tutto il M5S la credibilità del presidente Conte, in tour elettorale ovunque da moltissimi mesi. Conte in questo momento può essere considerato sovrapponibile al M5S.

“Conte è il leader eletto del Movimento ed è normale che lo rappresenti perché il 95% degli iscritti ha votato affinché Giuseppe Conte fosse il leader. E’ giusto che il Movimento venga rappresentato da Conte perché lui incarna tutte le istanze, tutte le battaglie che abbiamo portato avanti, il programma del 2018 opportunamente aggiornato e riportato nelle piazze per raccontare i punti realizzati che, lo ricordo, sono l’80% del totale. Per il Movimento essere rappresentato da un leader che ha una grande credibilità come Conte, dimostrata anche e soprattutto in Europa, è sicuramente un plusvalore”.

Voi parlate “a sinistra”. Parlate di lavoro, di welfare, disuguaglianze, di sostegno ai più fragili. Di difesa del reddito di cittadinanza. La percezione è che parte della sinistra adesso si riconosca in voi. Ritenete che il 25 settembre avrete il voto di molti che hanno votato Pd?

“Noi parliamo a tutti, non solo “a sinistra”. Parliamo alle persone. In questo momento purtroppo le disuguaglianze sono aumentate e il problema del potere d’acquisto dei salari è evidente; oggi tutti riconoscono che la tutela dei più fragili e dell’ambiente sono delle priorità. Ci sono persone che guadagnano 3 euro all’ora e non riescono più a fare la spesa. Qual è l’unica forza politica che parla a questi cittadini e si impegna su questi temi? Il Movimento. E’ logico e naturale quindi, che le persone trovino la nostra proposta politica più vicina ai loro problemi di tutti i giorni”.

Andate in mezzo alla gente. Senza scorta. Non parlate solo da un palco o in un ambiente protetto.

“Noi andiamo in mezzo alla gente, rispondiamo alle domande e quando ci sono le critiche ci confrontiamo: chi fa politica non deve proteggersi dai cittadini, li deve ascoltare, deve dare delle risposte e rapportarsi con loro anche quando ci sono delle opinioni diverse. Non basta salire su un palco e fare i monologhi al microfono”.

Il Pd sostiene che la partita elettorale è tra centrodestra e centrosinistra e che lo conferma la matematica. I partiti che stanno in mezzo, sostiene sempre il Pd, prendono in giro gli elettori. Secondo questo ragionamento il M5S è tra i partiti che stanno in mezzo. Cosa risponde onorevole Ricciardi?

“Secondo questo ragionamento il Movimento non avrebbe dovuto prendere il 25% nel 2013 e il 33%nel 2018. Questo approccio dimostra che il Pd o è indietro di 20 anni o prova a prendere in giro i cittadini. La politica dei due schieramenti – con Berlusconi da una parte e tutti quelli contro Berlusconi dall’altra – è finita. Il Pd dice queste cose solo per tirare acqua al suo mulino. Gli elettori però non sono degli sprovveduti e lo sanno come funziona. E’ un gioco che fanno la Meloni e Letta di comune accordo, ma è un gioco che non funziona più da decenni”.

Mai più col Pd anche dopo il 25 settembre?

“Le alleanze non sono una questione di sigle o di strategie. Noi col Pd abbiamo lavorato già in passato: durante il Conte 2 le cose sono andate bene perché abbiamo fatto un lavoro di sintesi sul blocco dei licenziamenti, tutela della sanità pubblica, investimenti nella scuola e nella ricerca, tutela dei più deboli. Ora, con l’agenda Draghi, il Pd ha completamente abbandonato questa prospettiva e quindi non ci sono i presupposti per parlare di alleanze”.

Mai più dopo il 25 settembre con chi altro?

“Il ragionamento è sempre lo stesso. Noi vogliamo portare delle istanze in Parlamento: sono quelle che mettono al centro i più deboli. Oggi non vediamo altre forze politiche con questa stessa priorità. Il Parlamento è il luogo dove ci si confronta sulle idee: noi porteremo avanti le nostre e cercheremo in tutti i modi di realizzare gli impegni che ci siamo presi con i cittadini”.

Il Terzo Polo?

Come prima cosa diciamo che il “Terzo Polo” si è autoproclamato “terzo” perché dai numeri è chiaro che in realtà sia almeno il “Quarto Polo”. Si autoproclamano “terzi”, si autoproclamano “competenti” ma quando hanno governato, Renzi e Calenda ci hanno lasciato Ilva in una situazione disastrosa, un piano energetico inesistente, cosa di cui oggi paghiamo le conseguenze e hanno sfasciato la scuola e il mondo del lavoro”.

Col presidente Conte avete definito Salvini e Meloni “inidonei a governare l’Italia’ rispetto alla loro posizione in Parlamento Europeo relativa ad Orban.

“Il problema non è solo la loro posizione rispetto a Orban ma anche le prove che danno quando sono chiamati a governare a livello locale e regionale, o il risultato scarsissimo di Salvini al Ministero degli Interni. Quindi sono stati loro a dimostrare nei fatti di essere inadeguati. Per fortuna durante la pandemia al governo c’era Giuseppe Conte. Non oso immaginare cosa sarebbe successo se ci fosse stata Giorgia Meloni, che non voleva nemmeno firmare lo stato di emergenza”.

Rigassificatore di Piombino. Il M5S ha sfilato a Piombino contro il rigassificatore anche insieme a Lega, Pd, Fratelli d’Italia. Partiti che poi a livello nazionale stanno tutti dicendo sì al rigassificatore nel porto di Piombino. Conte ha detto che Piombino è la scelta sbagliata. E’ un no deciso del M5S al rigassificatore a Piombino?

“E’ un no deciso. Lo dice Conte che è il leader del Movimento e lo dico io che sono candidato in questo territorio e sono vicepresidente del Movimento. Il rigassificatore a Piombino è una scelta disastrosa: una città che soffre da anni problemi di bonifiche, che ha riconvertito faticosamente la propria economia, non può scoprire da un giorno all’altro di essere costretta a ospitare un rigassificatore, senza una valutazione di impatto ambientale, senza una valutazione del rischio di incidente rilevante e con iter abbreviati. E’ profondamente ingiusto. E poi, quando ovviamente scatta la protesta, c’è qualcuno che ha il coraggio di additare questa città come futura responsabile della crisi energetica nazionale. E’ una vergogna”.

Lei è intervenuto in dichiarazione di voto al Decreto Aiuti bis da voi votato. E ha sottolineato, a proposito di aumento esponenziale energia e bollette, come fin da circa un anno fa il M5S sollevasse la questione borsa di Amsterdam. Ricordando di aver proposto Energy Recovery Fund con l’inizio della guerra, proposta non accolta. La situazione è sotto gli occhi di tutti, con una crisi economico sociale in continua escalation che lei ha definito peggiore del periodo Covid. Sanzioni alla Russia che era chiaro da subito si sarebbero trasformate in boomerang per l’Italia. Adesso come si può intervenire per salvare famiglie e aziende? E soprattutto si è in tempo per intervenire in modo risolutivo? Perché si continua a non intervenire in modo risolutivo? E’ etico secondo lei correre ai ripari chiedendo ulteriori sacrifici da parte dell’Europa e di Cingolani in chiave Austerity?

“Si deve intervenire con uno scostamento di bilancio. Si deve fare un bel calcolo, e al Mef ci sono tutte le professionalità per farlo bene, per capire quanto è necessario stanziare affinché le aziende non chiudano e non finiscano nelle mani della criminalità organizzata. Si fa questo calcolo, con la giusta prospettiva, e si fa lo scostamento. Altrimenti le aziende chiudono. Noi lo chiediamo da un anno”.

La vostra posizione dal 26 settembre rispetto a un obbligo vaccinale Covid anche legato ad aut aut lavoro e stipendio e rispetto ad obbligo vaccinale over 50 imposti col Governo Draghi.

“Grazie al grande lavoro fatto in questi anni, in questo momento la pandemia è sotto controllo. La campagna vaccinale in Italia ha funzionato bene e si sono raggiunte percentuali molto alte, grazie ai tantissimi cittadini che hanno aderito in modo volontario. A gennaio dello scorso anno non eravamo d’accordo con l’obbligo vaccinale, ma abbiamo evitato la polemica. Noi crediamo nell’efficacia dei vaccini ma in quel momento la popolazione era già vaccinata al 90%, quindi l’obbligo non era necessario per garantire una maggior tutela della salute pubblica e aveva il solo effetto di inasprire il clima senza apportare alcun beneficio dal punto di vista sanitario”.

La vostra posizione dal 26 settembre rispetto all’invio di armi in Ucraina. Si continuano a stanziare miliardi su miliardi.

“La nostra posizione è la stessa da mesi e rimarrà tale anche dopo il 26 settembre. Abbiamo ritenuto giusto inviare armi all’Ucraina quando questo Paese è stato invaso dalla Russia. Il problema è che da mesi questa è la sola risposta che Europa, Nato e Usa sanno dare alla crisi. Noi pensiamo invece che si debba fare uno sforzo per aprire una conferenza di pace. Disse lo stesso Mattarella citando la conferenza di Helsinki e lo dice continuamente papa Bergoglio: non credo che queste siano posizioni “filo-putiniane”. Per aprire un tavolo di pace però non basta una telefonata: serve un faticosissimo lavoro di diplomazia e un approccio organico che fino questo momento le istituzioni europee e occidentali non hanno sostenuto con sufficiente vigore”.

I partiti col Governo uscente hanno governato più o meno tutti insieme. Secondo lei cosa cambia il 26 settembre se vince il centrodestra o il centrosinistra?

“La sciagurata decisione di Renzi di far cadere Conte in concomitanza con l’avvio della campagna vaccinale e nel pieno della trattativa sul Pnrr ha reso possibile la parentesi del Governo Draghi, a cui noi abbiamo aderito proprio in nome di quell’emergenza. Detto questo un governo istituzionale, un governo del presidente devono restare una parentesi. Per governare un Paese ci vuole la politica: la democrazia dice che governa chi prende più voti. Ed è giusto così”.

E se invece vince il M5S?
“Porteremo avanti quell’istanza di cambiamento che sosteniamo dal 2018, che ci ha permesso di iniziare a innovare il Paese e di salvarlo durante la pandemia. Noi abbiamo un programma e quello che faremo è scritto lì”.

Perché dare fiducia al M5S il 25 settembre?

“Perchè l’Italia è un Paese che vive di disuguaglianze: disuguaglianze sociali, disuguaglianze di territorio, disuguaglianze di genere, disuguaglianze generazionali. I giovani non hanno le opportunità che hanno avuto le persone più anziane, le donne non hanno le stesse opportunità degli uomini, chi nasce al sud o nelle periferie non ha le stesse opportunità di chi vive nei centri. E quindi se si vuole un Paese con minori disuguaglianze e che cerca di abbatterle, il Movimento 5 Stelle è la risposta.

I suoi primi impegni verso gli italiani dal 26 settembre. E i primi impegni per la sua Toscana.

“Il mio primo impegno verso gli italiani sarà quello di portare avanti il programma del Movimento 5 Stelle che abbiamo presentato in giro per le piazze in questa campagna elettorale. Per la Toscana mi impegno a proseguire il lavoro sulla bonifica dei 3 siti di interesse nazionale, di cui due sono in provincia di Livorno e uno in quella di Massa Carrara. Si tratta di interventi fondamentali per la tutela della salute dei cittadini, dell’ambiente ma anche perché la bonifica di quelle aree è fondamentale per lo sviluppo economico e produttivo di quelle province. Più in generale, mi impegno a difendere la mia regione dai vertici dell’amministrazione toscana a guida Pd che insieme al governo centrale prendono delle decisioni sulla testa dei cittadini: il rigassificatore di Piombino o la base militare di Coltano sono solo due esempi di scelte calate dall’alto senza discutere con chi vive nei territori”.

© Riproduzione riservata

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