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Da Reddito di cittadinanza a Mia. Cosa cambia in Toscana

Da Reddito di cittadinanza a Mia. Cosa cambia in Toscana.

Secondo l’ipotesi di riforma della misura, con la nuova Misura inclusione attiva che con il Governo Meloni sostituirà il reddito di cittadinanza, in Toscana il 35% dei nuclei familiari e il 25% dei soggetti beneficiari dell’attuale reddito cittadinanza subirebbero un taglio mensile presunto di 129.

E’ quanto stima Irpet, Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana.

Secondo Irpet, aumenterebbe il numero di nuclei stranieri in grado di ricevere Mia di circa più 6mila unità, con il requisito di residenza in Italia che scenderebbe dagli attuali dieci anni con il Rdc a cinque anni con Mia.

In Toscana, sono titolari del Reddito di cittadinanza 53mila nuclei familiari, il 3,2% del totale, e 108mila individui, il 3,0% del totale della popolazione.

Nel 40% dei casi i beneficiari, su base individuale, hanno una età inferiore a 35 anni; nel 41% dei casi compresa fra 35 e 60 anni; ed infine nel 19% dei casi superiore ai 60 anni.
Rispetto alla composizione demografica della popolazione toscana, i giovani, sottolinea Irpet,  sono quindi sovra rappresentati (demograficamente pesano infatti il 31%), e gli anziani sotto-rappresentati (pesando il 31%), mentre in linea con la loro incidenza nella popolazione (38%) è la quota di beneficiari collocata nella fascia centrale di età.

Guardando ad altre caratteristiche, prosegue Irpet, si osserva nella platea dei beneficiari, spiegata da una motivazione di disagio economico, una incidenza maggiore degli stranieri (31%) rispetto al loro peso demografico (11%), ed ovviamente della popolazione in cerca di occupazione o disoccupata (36%). Una più bassa incidenza l’hanno per le medesime considerazioni gli occupati che rappresentano il 13% dei beneficiari, ma il 42% dei toscani.

 

Allo stato attuale, la distribuzione dell’incidenza dei nuclei beneficiari a livello territoriale “riflette la articolazione infra-regionale delle opportunità occupazionali che si osservano per sistema locale del lavoro. Dunque nel quartile più alto, laddove si addensano i territori con maggiore percentuale di fruitori dell’assegno, l’Irpet pone i sistemi locali della costa, caratterizzati da minori livelli di sviluppo ed opportunità occupazionali, oltre che sede di crisi industriali complesse (polo produttivo di Livorno e Piombino) e non complesse (Massa e Carrara).

La principale novità con Mia, e più rilevante per le conseguenze sugli importi e la durata della misura, è la divisione in nuclei occupabili e gli altri. Nel nuovo sistema questa suddivisione avrà invece un impatto anche sugli importi, oltre che sulla durata della misura e sulla sua possibilità di reiterazione.

L’assegno di base (per un single) probabilmente si attesterà su un valore massimo di 375 euro. Per le altre famiglie, quella senza gli occupabili, l’importo base dovrebbe restare
di 500 euro con durata confermata a 18 mesi.

La condizione economica per ottenere la Mia subirà però per tutti – nuclei
occupabili e no – quasi sicuramente una stretta rispetto ai requisiti vigenti per il Reddito di
cittadinanza. Secondo le ipotesi che circolano il tetto per aver diritto a Mia scenderà dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro o, in una ipotesi più restrittiva, a 6.000 euro.

Con soglia pari a 7.200 euro di Isee, spiega Irpet, Mia avrà in meno 3.495 nuclei e 5.292 individui beneficiari rispetto al reddito di cittadinanza. Con una soglia posta su un livello più basso e pari a 6.000 euro di Isee, i nuclei esclusi salirebbero a 5.829 e gli individui a 9.711.

 

© Riproduzione riservata

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