8 marzo, disparità di genere nel lavoro in Toscana.
Occupazione femminile in Toscana. Emergono ancora importanti divari di genere, in termini di partecipazione, modalità di occupazione, pervasività della presenza femminile e percorsi di carriera.
Così Ires Toscana, il centro studi di Cgil Toscana, fotografa la situazione dell’occupazione delle donne in Toscana, presentando uno studio in occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna.
In Toscana le donne lavorano in totale 267,4 milioni di ore annue in meno rispetto agli uomini. Il dato è alimentato sia dal minore tasso di occupazione femminile (13 punti percentuali in meno rispetto al tasso di occupazione maschile), sia da una media settimanale di ore lavorate settimanali inferiore di 6,3 ore rispetto agli uomini.
In Toscana, quasi un terzo delle lavoratrici dipendenti ha un contratto a tempo parziale, contro l’8,6% dei lavoratori. Si tratta di un dato in linea con quello italiano ma superiore di oltre 2 punti percentuali rispetto alla media europea.
Dal 2014 in poi il tasso di occupazione femminile è cresciuto in maniera uniforme sia in Italia che in Toscana (dato 2021: 59,2%). Conseguentemente, si è leggermente ridotto il gap di genere con l’occupazione maschile. Il tasso permane comunque in entrambi i casi inferiore alla media Ue.
Nonostante l’incremento dell’occupazione, nello stesso periodo la disoccupazione femminile in Toscana, dopo un trend di stabilizzazione, ha raggiunto a fine 2021 un livello pari al 19%. In sostanza, un numero crescente di donne è disponibile a lavorare, ma il mercato del lavoro regionale è in grado di assorbire solo una parte marginale dell’offerta.
Solo il 67% delle toscane con età 15-64 anni è attiva sul mercato del lavoro, contro l’80%degli uomini. Un divario simile si osserva nei tassi di occupazione, pari al 63,8% per le donne e al 76,7% per gli uomini. La Toscana presenta livelli migliori rispetto al dato nazionale, il quale sconta i valori particolarmente critici del Mezzogiorno. Lo scarto tra uomini e donne è per la nostra regione in linea con il Centro-Nord, con un differenziale che è stabile intorno al 13%.
A parità di mansioni, le donne percepiscono stipendi significativamente inferiori a quelli degli uomini, in Toscana il dato è del 2% in meno se si considera il salario mediano, ma ai due estremi, 10% con salari più alti e 10% con salari più bassi, il salario orario lordo delle donne è inferiore rispettivamente del 6,3% e dell’8,5% (Slide 15). Si tratta di un tema ancora sfuggente, di non facile trattazione le cui cause sono da rintracciare nella differenza fra la retribuzione de jure e quella de facto.
Gianfranco Francese, presidente Ires Toscana: “La grave situazione di crisi economica e sociale degli ultimi anni restituisce un quadro dell’occupazione delle donne anche nella nostra regione fortemente critico. In un contesto deteriorato riemerge con più forza la figura dell’uomo ‘bread winner’ che rappresenta la fonte di reddito principale dei nuclei familiari, relegando la donna ad un ruolo spesso ancillare nel mondo del lavoro che ne mina sia in termini di partecipazione che di salario le possibilità di una reale autonomia economica e di indipendenza personale”.
Barbara Orlandi, coordinamento Donne Cgil Toscana: “Lo studio prodotto dimostra che, a fronte di una maggiore richiesta di lavoro da parte delle donne, il mercato del lavoro non è in grado di assorbirla o l’assorbe garantendo lavoro povero, precario, saltuario e quasi sempre part-time. Ed è proprio il part-time ad essere la forma di accesso al lavoro delle donne maggiormente diffusa, in relazione al tema ‘conciliazione tempo di vita e tempo di lavoro’ che, invece, deve sempre più diventare ‘condivisione dei tempi di vita e di lavoro’. Di quel lavoro non retribuito di cui si fanno carico quasi esclusivamente le donne e che riguarda la cura dei bambini, l’accudimento degli anziani, la gestione familiare”.